mercoledì 29 febbraio 2012

RIFORMATORIO

ELENCO DI ARGOMENTI CHE VARREBBE LA PENA DI CAMBIARE (o di RIFORMARE)

- QUORUM
nei referendum il risultato è valido solo se si raggiunge un QUORUM, che attualmente è di 50% + 1 degli aventi diritto al voto; altrimenti, è come se non ci fosse stata nessuna consultazione.
Per rispetto a chi invece si è preso il disturbo di andare a votare (e per rispetto ai soldi pubblici, di tutti noi, con cui si pagano le consultazioni elettorali), bisognerebbe che il risultato fosse valido qualunque sia il numero di votanti. Chi ha diritto di dire la sua e non lo fa, è come se delegasse la decisione ad altri. Visto che si spendono soldi pubblici, è giusto che alla fine si ottenga un risultato; ed è giusto sapere come la pensa su un determinato argomento chi fa parte della popolazione attiva, votante e contribuente. Qualunque sia la loro percentuale rispetto al totale; per gli altri, dovrebbe essere valida la massima: "chi tace, acconsente"

- PRIVILEGI
chi ha letto "La Casta" di Stella e Rizzo sa che esistono dei benefit (ufficio, segretaria, collaboratori, auto) per chi ha ricoperto cariche presidenziali nel parlamento, anche dopo la fine del suo mandato, che al momento sono senza termine ("a vita"). Ora, considerato che il nostro paese sta tagliando tutte le possibili spese, si sta discutendo se cambiare quella definizione "a vita" portandola a "dieci anni".
In una famiglia normale, sarebbe come dire: siccome non abbiamo più i soldi per mangiare, invece di continuare a fare le ferie di quindici giorni come prima, le facciamo solo più di una settimana. Continuiamo a non avere da mangiare, ma almeno diamo un segnale.
Eppure la più grande ricompensa per chi serve lo Stato dovrebbe essere quella derivante dall'onore che ciò comporta; per chi obietta che alla panetteria all'angolo non accettano in pagamento l'onore, si potrebbe ribattere comunque che lo Stato non lascia morire di fame i suoi parlamentari, ma che ognuno di essi è ben remunerato per il lavoro che svolge. Come nella vita delle persone normali: si fa un lavoro, si viene pagati, si smette il lavoro, finisce la paga. Tutto il resto è privilegio. Non accettabile normalmente; figuriamoci adesso, in tempi di crisi.

- PRESCRIZIONE
può essere giusto che ci sia un termine entro cui debbano essere condotte le indagini, per una questione più di praticità che di diritto (risparmio di risorse) ma proprio perchè è una questione di praticità dovrebbe valere per ogni fattispecie di reato. Però una volta che si è indagato, che si è arrivati ad istruire un processo e quindi si sono già utilizzate risorse della collettività, si deve arrivare a un risultato. Altrimenti, a forza di prescrizioni brevi e di processi lunghi, si sprecano risorse che erano state usate per la finalità di arrivare a sapere la verità, perlomeno quella processuale. Il discorso è sempre il solito: già sarebbe peccato sprecare risorse in condizioni normali, figuriamoci adesso che non ce lo possiamo più permettere.
Se proprio siamo indignati della lunghezza dei processi, potenziamo la macchina della giustizia; lo Stato spenderà di più, ma per spendere meno e non avere risultati ... a volte non bisogna ingegnarsi tanto: basta copiare ciò che fanno gli altri. Ci sarà qualcosa in cui possiamo imparare... o siamo sempre noi quelli più in gamba?

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